I libri cartacei sono meglio degli ebook?

Daniela Barisone
6 min readAug 3, 2022

No.

Potrei finire qui questo articolo e andrebbe bene. Ma amo andare a fondo delle cose, per cui svisceriamo questo argomento che sembra essere fonte di grande stress sia nella comunità dei lettori che nel mondo editoriale.

Che cos’è un libro?

A questa domanda, Wikipedia risponde così:

Un libro è un insieme di fogli, stampati oppure manoscritti, delle stesse dimensioni, rilegati insieme in un certo ordine e racchiusi da una copertina.

Questa affermazione è vera, ma ha un problema: si riferisce solo al libro cartaceo, infatti non a caso parla di fogli. Questa definizione potrebbe diventare potenzialmente neutra in questo modo:

Un libro è un insieme di fogli, stampati o manoscritti, delle stesse dimensioni, oppure un insieme di pagine elettroniche, rilegati (in modo fisico o digitale) insieme in un certo ordine e racchiusi da una copertina.

Per i puristi già pronti a storcere il naso posso dire con una certa sicurezza che quello che distingue un libro di carta da un libro elettronico è solo la sua permanenza come oggetto. Quello che dovrebbe contare è quello che c’è dentro.

Il contenuto degli ebook infatti è assolutamente identico a quello di un libro tradizionale. L’impaginazione del libro segue gli stessi passi, cambia solo l’output con cui viene salvato alla fine.

Quando viene impaginato, un libro segue delle regole: c’è una copertina, c’è l’occhiello (è una pagina con un titolo (spesso della serie o collana) che precede il frontespizio), c’è il frontespizio (è la pagina pari, di solito la prima o la terza di un libro, che presenta le informazioni più complete sul libro stesso), spesso c’è un’introduzione o una prefazione, c’è il testo del libro (suddiviso in parti e capitoli) e infine c’è il colophon (che chiude il volume, riporta le informazioni essenziali sullo stampatore e sul luogo e la data di stampa). Nel libro cartaceo c’è anche la trama del libro, la famosa quarta di copertina, che di norma si trova sul retro del volume. Nell’ebook la quarta di copertina può essere semplicemente indicata sullo store della libreria digitale nella descrizione stessa del prodotto, ma spesso è anche inserita all’interno del libro (prima dell’introduzione, ma dopo il frontespizio) in modo da apparire nell’anteprima scaricabile (l’equivalente dello sfogliare le pagine in libreria).

Tutto questo avviene in maniera pressoché identica sia per cartacei che per ebook. Solo che alla fine cambiano le destinazioni. Un file PDF (fisso, non modificabile e con una gabbia ben precisa) diventa poi la ‘matrice’ del cartaceo. Il file EPUB invece diventa l’ebook. L’EPUB è mobile, si adatta al contenitore, che può essere un ebook reader (o solo e-reader), che mima sia nelle dimensioni che nello schermo un classico formato tascabile, o può essere un semplice smartphone.

Gli e-reader usano la tecnologia e-ink, ovvero la carta elettronica, che simula la lettura su un tradizionale foglio di carta. A differenza di uno schermo a cristalli liquidi, che usa una luce posteriore al display per illuminare i pixel, tale tipologia di ‘carta’ riflette la luce ambientale come un foglio di carta (motivo per il quale è consigliato leggere su un e-reader piuttosto che dal cellulare). Quindi a meno che di non avere un dispositivo che ha un minimo di retroilluminazione come i modelli più recenti, per leggere un ebook vi tocca accendere la lampada sul comodino esattamente come un libro di carta.

Eh ma…

L’odore della carta? È odore di putrefazione. Quello che sentite è il processo chimico di ossidazione della carta che lentamente si decompone.

Ehh ma vuoi mettere il piacere di avere il libro di carta in mano? Feticismo, senza se e senza ma. Da persona che ama collezionare vinili, posso affermare con serenità che quello che applichiamo ai libri è feticismo per l’oggetto.

Ma il cartaceo si legge meglio, lo schermo stanca: falso. La lettura è qualcosa di soggettivo e che ognuno vive in maniera diversa. La lettura su un libro tradizionale è fissa, immota e forzata da quella che è l’impaginazione scelta dall’editore. Un ebook può essere letto con un font più grande o più piccolo. Si può cambiare il font stesso per una migliore lettura e anche l’incolonnamento (da giustificato a sinistra, per esempio). Questo aiuta le persone anziane a recuperare il piacere della lettura, spesso abbandonato per i cali di vista.
L’ebook diventa estremamente utile per persone che hanno difficoltà visive o che hanno DSA, come la dislessia. Il Kindle offre il font OpenDyslexic, creato proprio per le persone dislessiche, che nell’editoria del libro tradizionale troverebbero davvero poco spazio (e di queste persone all’editoria tradizionale frega davvero molto poco, perché non sono abbastanza da giustificare una nuova edizione di un libro fatta appositamente per persone DSA).

Un e-reader si può scaricare, un libro no. Vero, ma a un libro cartaceo posso anche dare fuoco o buttarlo nell’acqua e guardarlo dissolversi.

Quindi l’ebook è meglio del libro cartaceo?

No.

Non si può parlare di meglio o peggio per il semplice fatto che sono due cose differenti. Il libro di carta e l’ereader sono supporti e come tali andrebbero considerati. Sono supporti del contenuto, del quale è incredibile come si tenda a dimenticarsi sempre.

Sembra quasi che leggendo un ebook questo abbia meno valore. Ma è ridicolo, perché posso leggere lo stesso contenuto sulla sua versione cartacea e non cambierebbe comunque di una virgola.

Quello a cui ci aggrappiamo è un mix di feticismo dell’oggetto (come per i vinili, che non è vero che suonano meglio, suonano diverso. E se suonano meglio dovete solo ringraziare solo i soldi che avete speso nel vostro impianto audio) e di presunta superiorità morale che ci fa sentire più intelligenti solo perché siamo proprietari di un bene fisico.

Certo, l’ebook ha i suoi problemi, che sono la pirateria, il fatto che quando acquistati in modo legale la loro esistenza dipenda da un cloud di dati che potrebbe interrompere il suo servizio da un momento all’altro e un sacco di altre cose che però non sono legate al suo contenuto.

La questione prezzi

Chiunque abbia navigato su Amazon almeno una volta avrà notato una cosa importante, ovvero che i grossi editori vengono i libri digitali a cifre ridicolmente alte, per esempio 10 euro, quando la versione paperback ne costa magari… 13.

Questo nasce per un motivo ben preciso. Le grosse case editrici hanno un monopolio, in Italia. Non è un caso che a questi editori sia anche collegato il più grande sistema di distribuzione librario in Italia, una vera e propria lobby che impedisce a tantissimi editori di raggiungere l’esposizione e la vendita in libreria a causa dei costi estremamente elevati.

Quanto comprate un libro di carta, ricordatevi sempre una cosa molto importante: il 65% del costo del libro va al distributore. Non va all’editore e men che meno va allo stronzo che quel libro lo ha inventato e scritto. Anzi, se va bene a lui va giusto il 10% (se va bene, stando ai contratti editoriali standard, di norma l’autore percepisce in royalties dal 5 all’8%). Il restante 25% va all’editore, che paga tutti quelli che hanno contribuito a realizzare il libro.

Il grosso editore vende l’ebook a prezzi alti per disincentivare l’acquisto dell’ebook e favorire quello cartaceo perché pur guadagnando di meno, riesce a mantenersi a galla nel sistema distributivo.

L’editoria indipendente

L’ebook ha sicuramente avuto un pregio nel mondo editoriale, che si può paragonare un po’ alla rivoluzione del formato MP3 nel mondo della musica. Entrambi hanno dato la possibilità alle piccole realtà, se non alle persone stesse, di esordire. In una dimensione sicuramente più piccola rispetto a quella dei grossi gruppi editoriali, ma ha senza dubbio dato loro la possibilità di farlo quando l’unica alternativa era non farlo.

Perché gli editori non sono certo il bastione culturale che crediamo che siano, altrimenti non avremo i libri dei calciatori, della fidanzata del cantante, dell’influencer di turno.

Nella piccola e media editoria invece questa possibilità c’è ed è stata possibile proprio grazie agli ebook. Non dovendo essere legati alla lobby della distribuzione libraria, i piccoli e medi editori sono fioriti. E facendolo, sono arrivati anche ad avere i libri cartacei, che normalmente vengono stampati in print on demand.

Mezzo vs contenuto

Per concludere, quello di cui ci si dimentica sempre sono i contenuti dei libri che leggiamo, che a ben pensarci diventa assurdo come concetto, visto che è il motivo per il quale li compriamo. Sono le parole impresse all’interno a emozionarci, non è il supporto su cui leggiamo.

Non c’è un meglio e non c’è un peggio. Ci sono tre possibilità (libro cartaceo, libro digitale e audiolibro), tutti di eguale valore e dignità e tutti che contengono la stessa cosa.

Il modo di fruire questi contenuti sta a chi legge, serve a migliorare la sua esperienza, non quella di qualcun altro.

E questo è motivo per cui quando dite che i libri di carta sono meglio, dite una cazzata.

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Daniela Barisone

Italian, 37. Writer for Lux Lab & Quixote Edizioni. Fanwriter and proud. https://lnk.bio/queenseptienna