Romance: il genere bistrattato

Daniela Barisone
6 min readNov 2, 2020

Sono una scrittrice di romance.
Ho all’attivo un discreto numero di pubblicazioni sia di libri che di fumetti e artbook, ma ognuna delle storie che ho scritto ha in comune due cose: sono libri di genere romance (ovvero contengono una storia d’amore tra due o più persone) e la maggior parte di essi sono erotici. Peggio del peggio, i miei libri sono M/M, ovvero Male to Male, storie d’amore e passione tra due uomini (quindi gay, bisessuali, pansessuali e altri).

Nella scala alimentare della morale degli scrittori sto davvero molto, molto in basso. Scrivere romance non è socialmente accettabile, checché ne dicano le vendite molto rosee del collettivo di cui faccio parte, il Lux Lab.

Questo è l’argomento di cui volevo parlare oggi, esacerbato principalmente a causa delle solite discussioni sterili che di norma ignoro, ma che oggi mi hanno fatto saltare la mosca al naso per la loro grettezza e ignoranza.

Partiamo da un fatto generale: nel mondo editoriale, scrivere romance ed erotico viene considerato facile. Stando agli scrittori italiani, chiunque è in grado di scrivere questi due generi, cosa vorrete mai che ci voglia. Basta prendere personaggio A, personaggio B, scrivere un po’ di fuffa, farli scopare e infine farli correre insieme felici mano nella mano, verso un sereno orizzonte.

Ahem.

No.

Ma prima di spiegare il motivo di questa mia secca risposta, torniamo allo scrittore medio, il quale ha fisso nella testa questo incredibile pensiero che il target del romance e dell’erotico sia sempre e per forza una donna. Nella fattispecie quella nella figura della stramaledetta casalinga di Voghera, ovvero una persona di bassa estrazione sociale e cultura, priva apparentemente dei mezzi di comprensione di libri di valore intellettualmente più elevato, tipo quelli che scrivono i nostri scrittori italiani (che guarda un po’, potrebbero essere qualsiasi cosa e invece sono sempre maschi, bianchi, etero e in posizioni socialmente accettabili).

Il biasimo verso il romance e l’erotico, porta a un biasimo più ampio e profondo, ovvero quello verso la donna. In letteratura, da sempre, qualunque cosa sia pensata per un pubblico femminile è automaticamente considerato inferiore.

Una donna non può certo leggere gialli. Una donna non è in grado di reggere la pressione di un thriller. Una donna non può certo parlare di temi sociali importanti (sento Ursula K. Le Guin, indiscussa maestra della fantascienza più di qualsiasi altro essere umano al mondo, rivoltarsi nella tomba e lanciare maledizioni).
Se una donna vuole elevarsi, deve scrivere per forza di qualsiasi cosa non sia romantico o erotico, perché sono ben altri i temi davvero importanti, dice il nostro scrittore medio italiano.

Sono cose da uomini.

Corcazzo, se mi passate il francesismo.

Quello che fa lo scrittore medio italiano è rosicare durissimo. Rosica talmente tanto che si sta mangiando le mani fino ai gomiti.

Perché il romance vende.

Mentre il giallo banalotto, il thriller spompato, l’ennesima brutta fotocopia sugli zombie, il fantasy preso pari pari dall’ultima sessione di D&D o la fantascienza fascista scritta dal nostro scrittore italiano medio non vende. Non tanto quanto il romance, per lo meno.

E fa una rabbia pazzesca allo scrittore medio italiano, perché inizia a giustificare il fatto che non vende con quello che la sua arte non viene capita, che l’arte è troppo sacra per svilirla con i soldi e un sacco di altre fregnacce di cui si ammantano piuttosto che ammettere che le uniche copie che hanno venduto sono quelle alla loro madre e al vicino di casa.

Quello che lo scrittore medio italiano non ha la minima idea che esista è il target, ovvero quella cosa importantissima che qualunque imbrattacarte dovrebbe chiedersi ancora prima di iniziare a pensare al soggetto del proprio libro, manco la trama. Per chi sto scrivendo questo libro? Questa è la domanda che, in anni di onorata carriera, ho visto mettere in crisi tantissimi dei miei colleghi. Sono ben pochi gli scrittori fuori dal genere romance ed erotico che hanno ben chiaro a chi si stanno rivolgendo, perché è una cosa che destabilizza. Significa conoscere il proprio bacino di lettori, sapersi collocare in una determinata nicchia, creare fidelizzazione. Tutte attività noiose, pesanti certo, ma necessarie.

Io so benissimo a chi mi sto rivolgendo. Scrivo MM, per una nicchia di lettrici MM (e anche lettori, finalmente in aumento). Fine. In questa nicchia ci sono lettrici e lettore di ogni provenienza, colore, forma, orientamento, estrazione sociale e formazione culturale. Tutti con la stessa passione: leggere libri a tema romance MM.

Ma il genere romance quali regole ha?

Beh, le regole base sono che ci deve essere una storia d’amore nella coppia (o nel gruppo, se un poliamoroso) che inizia e termina con successo alla fine del libro, con un lieto fine.

Nient’altro.

Questo è il motivo per cui lo scrittore medio italiano crede che scrivere romance sia facile. Perché non riconosce questa forma come quella che è, ovvero un canovaccio su cui è possibile costruire una quantità assurda di storie e di genere.

I miei romance sono erotici perché amo raccontare storie che, attraverso il sesso, raccontino i momenti più intimi e personali dei miei personaggi. Altri autori preferiscono scrivere gialli romantici. Altri thriller. Fantasy. Fantascienza. L’ultimo romance che ho scritto era un western omegaverse con un discreto grado di violenza.

Un esempio sono i libri dello stesso Lux Lab. Le nostre pubblicazioni sono tutte romance, quasi tutte MM (il nostro unico FM per esempio è un romance e allo stesso tempo un giallo, con solo una punta di erotismo), ma in essi ci sono temi profondi e importanti come: critica sociale, disabilità, inclusività, lutto, droga, malattie mentali, degrado urbano, eccetera. Diamine, tutta l’intera serie di JBI utilizza l’erotico come chiave per raccontare l’inclusività negli orientamenti sessuali e la normalizzazione del sesso nella sua versione positiva e non abusante. Tutto questo mischiato per altro con un terzo sottogenere, difficilissimo, quello umoristico.

Altre autrici che non fanno parte del nostro collettivo hanno il romance di partenza, ma ci hanno costruito cose incredibili sopra.

Mary Durante scrive di distopie durissime, BDSM e omegaverse.
Il duo L.R. Jackson e Maggie Solomon passa tranquillamente da storie dark di degrado sociale a storie romantiche deliziose che poi ti danno mazzate nello stomaco per le loro tematiche.
Eliana Matania Ruggero scrive thriller che sono romance, ma anche urban fantasy o tratta temi come la disabilità.
Sonja Kjell ha romanzi urban fantasy che picchiano durissimo.
Sarah Bernadinello è in grado di portarti dall’altra parte dell’oceano senza nemmeno alzarti dalla poltrona di casa con una documentazione maniacale che traspare da ogni singola parola che scrive.

Queste sono solo alcune delle autrici nel panorama romance MM italiano, ma sono scrittrici della quale ho letto i libri e sono state in grado di donarmi momenti di puro intrattenimento, ma anche di riflessione, ben superiore rispetto al giallo banalotto, il thriller spompato, l’ennesima brutta fotocopia sugli zombie, il fantasy preso pari pari dall’ultima sessione di D&D o la fantascienza fascista scritta dal nostro scrittore italiano medio.

Perché dove il nostro scrittore italiano medio è solo egoriferito, gli autori di romance sanno che stanno scrivendo storie volte a intrattenere il loro pubblico, a donare loro emozioni, facendo lavorare anche il cervello.

Perché le emozioni non sono una brutta cosa. Le emozioni non sono cose da femmine. Tutti, uomini, donne e altri abbiamo emozioni e non c’è niente di male nel preferire letture che giochino su questi elementi piuttosto che su altre letture ritenute “impegnate”. Hanno la stessa valenza, che ci piaccia o no.

E per concludere, ci tengo a dire che il genere umoristico e il genere erotico semmai sono tra i generi più ardui e complessi in assoluto da scrivere. Perché più difficile che far ridere qualcuno, c’è quello di eccitare qualcuno. Possibilmente, senza farlo ridere. Come invece fa il nostro scrittore italiano medio, quando si lancia nel disastroso tentativo di scrivere un romance senza sapere nemmeno quello che sta facendo.

EDIT DEL 3 NOVEMBRE: mi preme fare questo appunto poiché in queste ore l’articolo è stato condivise numerose volte dai miei contatti nei gruppi di scrittura e lettura, causando diversi incidenti diplomatici da parte di persone che hanno una scarsa comprensione del testo, eppure si vantano di essere scrittori.

Questo articolo NON DENIGRA I GENERI DIVERSI DAL ROMANCE. Mi sento stronza persino a doverlo dire, anche perché è ovvio, ma non mi piace affatto quando le mie parole vengono estrapolate e rigirate fuori dal loro contesto per perpetrare argomentazioni che non hanno nulla a che fare con quello che ho scritto. O peggio, che sono l’esatto contrario di quello che ho detto.
Se non avete abbastanza onestà intellettuale da riconoscere che in generi che ho portato a esempio sono precisamente quello, ESEMPI, allora state lontani dalla mia roba.

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Daniela Barisone

Italian, 37. Writer for Lux Lab & Quixote Edizioni. Fanwriter and proud. https://lnk.bio/queenseptienna