Stranimondi o mondi casalinghi?

Daniela Barisone
10 min readOct 13, 2024

Più che una fiera… un ritrovo per amici al bar.

Si è concluso oggi Stranimondi, l’evento dedicato al fantastico in ogni sua forma (chiamiamola fiera, anche se rifiuta questo nome) che da 10 anni a questa parte ci tiene compagnia alla Casa dei Giochi a Milano. Un luogo che da sempre fa da punto di raccolta per gli eventi Delos Books, che è il punto focale dell’evento visto che il loro è sempre il primo tavolo che si vede entrando (nonché il più grande, il più comodo, ecc).

A me Stranimondi non è mai piaciuta. Ma ci sono sempre andata perché alla fine è sempre a Milano (anche se io abito esattamente dalla parte opposta e ci metto una vita), è sempre un posto dove incontrare amici e colleghi (quest’anno ho beccato buona parte degli amici di Scripta, nonché di Ultima Pagina), al bar hanno sempre dei panini buoni e, infine, dovrebbe essere un posto dove trovare le ultime novità editoriali in merito al fantastico (per fantastico si intende fantasy, fantascienza, horror, weird, contaminazioni varie).

Dico dovrebbe perché quello che ho visto quest’anno esposto sui tavoli mi ha lasciata un po’ così, ci sono sempre gli stessi titoli, niente di davvero nuovo (o ben realizzato, ma su questo ci torno dopo), soprattutto di fantascienza italiana se ne trova poca (e torneremo anche su questo visto che è l’hot topic del momento, letteralmente l’unico motivo per cui sto scrivendo questo articolo) o se c’è non la si toccherebbe nemmeno con le mani di un altro, ma soprattutto c’è un sacco di roba che non c’entra niente con il fantastico.

Allora, una premessa per chi è nuovo: a me il fantasy non piace. Anzi, mi fa proprio cagare ed è il motivo per cui non parlerò di questo e salterò a piè pari tutto ciò che ho visto di fantasy, grim dark e declinazioni come se non fosse mai esistito.

Ho comprato libri, ma a denti strettissimi, però prima voglio andare con ordine.

BOMBA!

Il primo pensiero che ho avuto appena entrata è stato un pensiero intrusivo: «se urlo BOMBA adesso faccio una strage».

La Casa dei Giochi è un posto molto carino, ma è anche un edificio pensato per contenere un numero di persone molto inferiore a quello che è il pubblico di Stranimondi (che tra l’altro mi è parso leggermente più nutrito del solito) e sarà perché in questi giorni sono al 45% della mia forza fisica, sarà che ho preoccupazioni peggiori di guardare gente che si fa le seghe a vicenda in questi eventi, ma io continuo a domandarmi come sia possibile che il piano di una fiera di questo tipo sia stata approvata dai vigili del fuoco. Perché è stata approvata dai vigili del fuoco, vero?

Troppa gente stipata nella stessa stanza (quella principale, perché siamo onesti, chi se le incula quelle laterali), soffitti bassi, un caldo atroce e mancanza d’aria. Io pensavo che fare fiera al forum di Assago fosse come farlo dentro uno spogliatoio di una palestra (e con lo stesso odore), ma qui si batte ogni record.

Alla fine me ne sono andata presto, un po’ perché dovevo andare in ospedale da mia madre e un po’ per gli stavo avendo un tracollo (e io non soffro di claustrofobia o altro).

Sempre la stessa roba e quella che serve manca

E sempre gli stessi editori. Con sempre gli stessi libri. Con sempre gli stessi autori.

Insomma, io mi sarei anche stufata di vedere le ennesime riedizioni de Il re in giallo o i racconti di Lovecraft con copertine diverse. Vorrei leggere qualcosa di nuovo, ecco. E poi i fantasy… urgh.

E perché dico questo? Perché manca la diversità. Nella stessa Casa dei Giochi, verso aprile, si tiene Marginalia, fiera del weird (quindi no assolutamente fantasy per la mia gioia e no fantascienza), a cui partecipano alcuni dei stessi editori, ma soprattutto è permesso ai self publisher di esporre i propri libri. Questo a Stranimondi non è mai stato permesso (chiedetemi come lo so).

E poi sapete cosa manca? Urania.

Fa ridere, lo so. A Stranimondi troverete un esemplare autoctono di Franco Forte (curatore di Urania) esposto nella sala centrale a lamentarsi che la gente gli dia consigli su come migliorare la situazione di Urania nonostante alla fine del suo video abbia espressamente richiesto di avere consigli (minuto 8.45). Nella prima sala laterale c’è Franco Brambilla, lo storico illustratore della collana da cui si possono acquistare delle bellissime stampe da lui realizzate (che non posso mai permettermi perché sono povera). Inoltre Stranimondi è il luogo dove viene presentato l’annuale Premio Urania e il vincitore del Premio Urania Short.

Eppure Urania non si trova da nessuna parte.

Di recente è uscito Macchine, IA e robot (che vi linko in ebook per i motivi che ora vi spiego), un’antologia di racconti dal contenuto abbastanza chiaro in cui c’è un racconto della mia amica Ester, motivo per cui avrei voluto averlo cartaceo e farmelo autografare. Quale occasione migliori di una stracazzo di fiera della fantascienza per comprarlo?

Ecco, no.

Sì al panel in cui se ne parla, ma del libro in sé manco l’ombra per l’acquisto durante il resto della giornata.

Questo fa il paio con il video di FF che ha scatenato l’attuale querelle dello stato della fantascienza italiana, ovvero che gli autori italiani di sci-fi non vendono, manco per Urania (io confusa e perplessa, perché l’editore di Future Fiction, Francesco Verso – nonché uno dei miei autori di sci-fi preferiti insieme a Dario Tonani – era presente con le riedizioni di due suoi romanzi che sono stati Premi Urania e un altro Premio Odissea, e mi pare che vendesse benissimo, tra l’altro con un’offerta di varie tipologie di sci-fi incredibile a differenza di altri).

Sulla questione stato della fantascienza italiana vi lascio questo ottimo video di Flavio Troisi che fa un’eccellente analisi della questione salvo poi beccarsi pesci in faccia dal direttore di Delos su Facebook (strano, è sempre così prono alle critiche).

Io dalla mia posso dire cose molto simili a quelle di Flavio, ma con molta meno reverenza verso chi sta in alto: Urania è una collana di roba vecchia (anche quando i romanzi sono nuovi), gestita da vecchi, con metodi da vecchi e per un pubblico di vecchi (praticamente Urania sta ai vecchi come Tex per i lettori di fumetti). In libreria Urania non esiste (perché per natura della collana viene pubblicata nelle edicole, che stanno scomparendo e ordinare questi libri in cartaceo è uno stramaledetto incubo), per cui non esiste fisicamente per il pubblico più giovane che ora frequenta le librerie. Non c’è ricambio generazionale e io non voglio crederci che a Mondadori non abbiano i soldi per pagare tre booktoker che facciano loro marketing.

Tutto questo comunque è aria fritta: Forte ha annunciato proprio a Stranimondi, a 7 giorni di distanza dal suo video, che gli autori italiani possono sucare: l’unico modo per essere pubblicati su Urania sarà vincerne il premio. Quindi se la fantascienza italiana agonizza, mi sembra giusto staccare direttamente il supporto vitale.

Tornando ai libri presenti, invece, una cosa che ho notato sono stati diversi editori che hanno portato tanti libri che con il genere della manifestazione facevano a pugni. Voi non avete la minima idea di quanti gialli e thriller ho trovato.

Sono comunque venuta via con un giallo perché il mio amico Andrea Santucci ha pubblicato di recente con Golem Edizioni un giallo, L’avvocata dell’avvocata, e me ne ha omaggiata una copia (nota bene, questo articolo è una marchetta. Se FF può fare un video in cui espone strategicamente il suo romanzo, io posso pure consigliarvi i libri dei miei amici).

Cosa ho portato a casa

Innanzitutto mi sono riportata a casa Bloodbusters di Francesco Verso, comprato al Salone due anni fa e iniziato sabato mattina in metro andando a Stranimondi.

Foto con il segnalibro di Germi, perché se non parlo di Manuel per più di otto ore mi viene un aneurisma.

Il primo libro che ho comprato però è stato Riviera Napalm (da me soprannominato Fallout: Rimini) di Sensolini e Mazza, già autori della Saga del Regno di Taglia, che ha bellissime copertine ma la sfiga di essere grim dark. Ew. Loro però sono stati uno dei pochi stand che mi sono piaciuti a prescindere dalla mia avversione per il genere.

Ho preso questo libro perché post-apocalisse sulla riviera romagnola era un titolo troppo lungo da mettere in copertina.

Il secondo (e ultimo libro) che ho comprato è La Tormenta di Luigi Carrozzo, allo stand di Dark Zone.

Il libro lo ha scelto il Santucci per me, perché sa che mi piace il weird e mi piace che sia ambientato a Milano.

Sono stata poi omaggiata con Gavina, di Letizia Loi, perché l’ho impaginato me medesima.

Questo racconto è tecnicamente pubblicato in ebook con Delos, quindi vi linko il cartaceo realizzato da Letizia così date i vostri soldi alla persona giusta.

Troppa AI

Io non è che sono contro l’AI. E ci sta anche che in un posto in cui si parla di fantascienza ci sia roba fatta con le AI. Però raga, dai.

1) in primis perché mai dovrei spendere soldi per roba che non avete avuto voglia di scrivere e/o illustrare?

2) se volete usare l’AI imparate a usarla. Perché ho visto abomini agli occhi del Signore che la metà basta. E sì PubMe, parlo di te.

Un consiglio gratis…

…di cui non offrirò la soluzione anche se la conosco.

Cari editori che stampate i vostri libri tramite Amazon KDP: imparate a centrare le copertine. Perché parlate tanto male dei self, ma così tanto pressapochismo l’ho visto di rado.

Se mi presentassi al Festival del Romance con libri impaginati in quel modo non venderei nemmeno una copia, non sembra ma abbiamo degli standard.

In conclusione

Stranimondi a me pare ogni volta il mercato rionale in cui vai a mangiarti le patatine dal pizzicagnolo e a incontrare gli amici. Una festa cialtrona (cit. non mia) in cui ci si va per abitudine (ma quest’anno non ho potuto seguire nessun panel, quindi questa me la tengo con riserva) e in cui onestamente non ho visto niente di nuovo, oltre a grandi leccate di culo e gente che dovrebbe smetterla di tingersi la barba.

Momento reclame

E siamo giunti alla fine di questo mucchio di parole a caso, per cui è un ottimo momento per farvi le marchette delle amiche mie (cosa che come vedete ho fatto anche sopra. No, non ho pudore, né vergogna, non me ne frega abbastanza dell’opinione altrui).

Come sapete io scrivo romance. Ma amo moltissimo anche la fantascienza.

Quindi il primo libro che vi propongo è Skin Deep di Chiara D’Agosto di cui ora vi lascio anche la trama:

Enea è alla deriva.

Ha commesso un crimine terribile, il peggiore di cui uno schiavo possa rendersi colpevole, e il sangue sulle sue mani è ancora bagnato. Ma ha fatto una promessa, e adesso ha un’amica da ritrovare.

Solo, non sa come farlo. E vivere in mezzo agli esseri umani non è facile, nemmeno dopo tutti questi anni. Aveva solo otto anni, quando l’Impero Vreeni conquistò il suo pianeta natale, e ora gli sembra di non sapere più esistere, se non in catene.

Quando incontra Clodia e il suo equipaggio, però, lei è determinata a mostrargli che no, non è solo nella galassia. Che può avere uno scopo, un posto sulla sua nave, anche da Gard, e che potrebbe far avverare la sua promessa, e cercare Leda con il loro aiuto. Ma Clodia e il suo equipaggio, specialmente Ettore, il pilota della nave – sembrano avere una missione tutta loro, una in cui Enea potrebbe perfino credere. Ed Ettore, questo essere umano fatto per metà di metallo e dal passato misterioso, potrebbe perfino iniziare a credere in Enea.

La prossima cosa che vi consiglio è la serie Partners in space di Melanto Mori, di cui fanno parte i due romanzi Si vis pacem e Para bellum.

Ci tengo a consigliare questa serie perché un lettore del Lab lo aveva letto e, essendo sì romance ma comunque un libro sci-fi, volle recensirlo in un gruppo dedicato alla fantascienza.

Ecco, quando dico che i lettori di sci-fi sono dei vecchi di merda, intendo questo: scagliarsi contro un libro che non si è letto, affermando che sia merda fumante a prescindere perché

  • Romance
  • Scritto da una persona afab
  • Ci sono i gheiz
  • Italiani??? Davanti alla mia insalata???

Infine approfitto dello spazio (perché è mio e ci faccio il cazzo che mi pare), visto che si parla di fantascienza, per dirvi di iniziare a recuperare L’Agenzia. E di prepararvi ai preordini del Festival del Romance di Lux Lab che verranno messi online più avanti.

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Daniela Barisone
Daniela Barisone

Written by Daniela Barisone

Italian, 39. Writer for Lux Lab & Quixote Edizioni. Fanwriter and proud. https://beacons.ai/danielabarisone

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